Il progetto per il recupero e la rivitalizzazione dei piccoli borghi italiani si sta sviluppando su tutto il territorio interessando non solo gli italiani ma anche (e forse soprattutto) stranieri provenienti da tutto il mondo.
Queste iniziative possono davvero avere un impatto positivo e portare ricchezza al nostro Paese?
Secondo Legambiente, come emerge dal convegno “Paesi Fantasma. Territori nascosti dell’Italia minore”, esistono circa 5.308 piccoli centri a rischio di abbandono. “Il 72% degli oltre 8 mila comuni italiani conta meno di 5 mila abitanti. Un’Italia dove vivono 10 milioni e mezzo di cittadini e che rappresenta oltre il 55% del territorio nazionale, fatto di zone di pregio naturalistico, parchi e aree protette. Questi 5.835 piccoli centri non solo svolgono un’opera insostituibile di presidio e cura del territorio, ma sono portatori di cultura, saperi e tradizioni, oltre che fucine di sperimentazione e fattori di coesione sociale. Una costellazione solo apparentemente minore, che brilla per la straordinaria varietà ambientale e per l’inestimabile patrimonio artistico custodito. Ricchezze ad oggi poco note e perciò da valorizzare”. Di questi 5383 piccoli centri a rischio, 2381 comuni sono già in avanzato stato di abbandono e i rimanenti sono già completamente spopolati. Oggi senza più persone, senza più agricoltura i fenomeni naturali come la permeabilità dei terreni, la pioggia, il ghiaccio, hanno creato frane, smottamenti, allagamenti, che provocano un lento ma inesorabile declino.
Il recupero di questo grande patrimonio italiano potrebbe essere, soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo attraversando, un tentativo di rinascita e di rilancio di un Paese che è sicuramente ricco di piccoli gioielli architettonici oramai dimenticati e in declino a causa delle necessità legate ai canoni moderni. Una presenza diffusa sul nostro territorio nazionale, una storia fatta di stratificazioni. Il patrimonio storico, sociale, culturale e paesaggistico che caratterizza una moltitudine di centri storici minori, se opportunamente gestito, potrebbe essere l’innesco del cambiamento in grado di metter in moto la macchina economica per rilanciare territori dimenticati.
Isola Maggiore
La rivitalizzazione dei centri minori deve avere il fine di valorizzare le risorse del territorio ed effettuare un controllo e monitoraggio sul tessuto storico consolidato, tenendo presente sia la conservazione dell’esistente che le nuove necessità della vita moderna. Portare a nuova vita un piccolo borgo, dunque, senza cancellarne la storia, rendendolo idoneo alle esigenze di confort della modernità e all’altezza di accogliere attività che ad oggi sono alla ricerca di spazi.
La progettazione degli interventi di valorizzazione dovrà essere basata sui criteri di riduzione dei consumi energetici e del costruire sostenibile puntando ad utilizzare l’esistente come risorsa preziosa che trova la propria forza nella qualità del paesaggio e nel legame con il territorio nel quale è inserito.
Il riuso, dunque, come rifunzionalizzazione ottenuta riciclando il costruito storico in stato di abbandono in alternativa alla demolizione e ricostruzione o all’ulteriore consumo di territorio.
Un progetto basato sulla cultura di qualità che promuova le culture e le tradizioni locali, prestando attenzione agli aspetti della sostenibilità.
La rivitalizzazione dei piccoli borghi costituirà un’importante opportunità di valorizzazione dell’identità dei luoghi e di sviluppo turistico e produttivo. I piccoli borghi dimenticati potranno diventare luoghi di sperimentazione di nuove forme di ospitalità, di intrattenimento, di socialità e di produttività.
I progetti di rivalutazione partiranno dall’analisi delle potenzialità del contesto, passeranno attraverso l’elaborazione delle azioni di rifunzionalizzazione per realizzare non semplicemente le opere e gli interventi puramente tecnici ma vere e proprie azioni di sostegno e coinvolgimento delle comunità locali e porteranno avanti la gestione e manutenzione delle opere nel tempo per non perdere i risultati raggiunti.